“ Quando arrivammo vicino
alla roccia sporgente, eravate pieno di potere e vedeste Genaro là dove, per
motivi simili, si trovarono in passato altri stregoni.
Genaro venne verso di voi dopo essere saltato
giù dalla roccia. Egli stesso era tutto potere. Se aveste continuato a fare
come prima , vicino al canale d’irrigazione, l’avreste visto come realmente è:
un essere luminoso. Invece vi siete spaventato, specialmente quando Genaro vi
ha fatto saltare. Di per sé, il salto sarebbe stato sufficiente a trasportarvi
di là dai vostri limiti. Ma non ne aveste la forza, e ricadeste nel mondo della
vostra ragione. Allora, ovviamente, vi trovaste in combattimento mortale con
voi stesso. Qualcosa in voi, la vostra volontà, voleva andare con Genaro,
mentre la vostra ragione gli si
opponeva. Se non vi avessi aiutato
sareste ora morto e seppellito in quel luogo di potere. E, anche con il mio
aiuto, per un momento è stato dubbio che riusciste a cavarvela.”
Rimanemmo in silenzio per
qualche minuto. Aspettavo che fosse lui a parlare. Alla fine chiesi “ Don
Genaro mi fece saltare sulla roccia sporgente?”
“Non prendete quel salto
nel senso in cui intendete di solito un salto” disse “ Una volta di più, è solo
un modo di esprimersi. Finchè continuerete a pensare di essere un corpo
consistente, non riuscirete a capire quello che vi sto dicendo.”
Poi sparse a terra un po’ di
cenere, in modo da coprire una superficie di circa due piedi quadrati, e disegnò
con le dita un diagramma; un diagramma con otto punti collegati da linee.
Formavano una figura geometrica.
[…]
Il diagramma tracciato
sulla cenere aveva due epicentri; uno lo chiamò ragione, l’altro volontà. La ragione
era direttamente collegata ad un punto che egli chiamò parlare. Mediante il parlare,
la ragione era indirettamente collegata a tre altri punti, sentire, sognare e
vedere. L’altro epicentro, volontà, era collegato direttamente a sentire,
sognare e vedere, e solo indirettamente a ragione e parlare.
[…]
“Questi punti rappresentano un essere umano e
si possono disegnare in tutti i modi che volete.”
“Rappresentano il corpo di
un essere umano?” gli chiesi.
“Non chiamatelo corpo”
disse “ sono otto punti delle fibre di un essere luminoso. Uno stregone dice,
come vedete nel diagramma, che un essere umano è prima di tutto volontà, perché la volontà
è direttamente collegata ai tre punti sentire,
sognare, vedere; poi un essere umano è ragione.
Questo centro è più debole di volontà; è collegato soltanto a parlare”.
“Cosa sono gli altri due
punti, don Juan?”
Mi guardò sorridendo.
“Siete un po’ più forte di
quanto eravate quando parlammo per la prima volta di questo diagramma” disse “Ma
non siete ancora abbastanza forte per conoscere tutti gli otto punti. Un giorno
Genaro vi mostrerà gli altri due.”
“ Tutti hanno questi otto punti, o solo gli
stregoni?”
“ Si può dire che ognuno
di noi nasca con gli otto punti. Due, la ragione
e il parlare, li conoscono tutti.
Sentire è sempre vago, ma in qualche modo familiare. Però, solo nel mondo degli
stregoni si conoscono pienamente il sognare, il vedere e la volontà. E alla
fine, all’orlo esterno di quel mondo, si incontrano gli altri due. Gli otto
punti formano la totalità dell’io.”
Mi fece vedere sul
diagramma che tutti i punti potevano essere collegati indirettamente gli uni
agli altri.
Tornai a chiedergli dei due
punti misteriosi. Mi fece vedere che erano collegati soltanto con volontà e si trovavano lontani da sentire, sognare e vedere,e ancora
più lontani da parlare e ragione. Indicò con il dito che erano
isolati dagli altri e isolati fra loro.
“Questi due punti non si
arrenderanno mai al parlare o alla ragione” egli disse “Solo la volontà può toccarli. La ragione è così lontana da loro che
sarebbe assolutamente inutile cercare di immaginarseli. Questa è una delle cose
più difficili; dopotutto, per la ragione,
ragionare su ogni cosa è il suo forte.”
Gli chiesi se gli otto
punti corrispondevano a certe zone od organi in un essere umano.
“Sì” rispose secco, e
cancellò il diagramma.
Mi toccò la testa e disse
che quello era il centro della ragione
e del parlare. La punta dello sterno
era il centro del sentire. La regione sotto l’ombelico era volontà. Vedere sul fianco sinistro. Don Juan disse che talvolta,
in alcuni guerrieri, vedere e sognare si trovavano ambedue sulla
destra.
“Dove sono gli altri due
punti?” chiesi.
Mi gettò una risposta
oscena e scoppiò a ridere.
“Come siete furbo!”
aggiunse “ Credete che io sia un vecchio caprone addormentato, eh?”
Gli spiegai che ero stato
trascinato dalle domande stesse, una dopo l’altra.
“Non cercate di affrettare
i tempi” egli disse “ Lo saprete al momento giusto, e allora lo saprete da solo.”
"L'ISOLA DEL TONAL", Carlos Castaneda