mercoledì 22 agosto 2012

ZAIN - il settimo archetipo ETERNITA'

Il settimo Archetipo è la prima forma matrice che riflette l'idea “eternità”.
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La Zain è la lettera che vivifica e che forma il mondo delle emanazioni, l'eternarsi del Perfetto.
Rappresenta il manifestarsi della Intelligenza iniziatica.
Simbolizza il trionfo e la sovranità dello Spirito sulla Materia.
Rappresenta la vittoria, la fermezza, la spiritualità che agisce , il progresso cosciente, l'evoluzione intelligente, la dominazione assoluta su se stessi, il talento, l'abilità di trarre beneficio anche dagli eventi avversi.
La Zain rappresenta la fede,l'aspirazione dell'infinito,la nobile fiducia in se stessi sostenuta dalla credenza in tutte le virtù, che in un uomo debole, invece possono degenerare in orgoglio.
Rappresenta la vittoria sul tempo, il dono dell'eternità, la durata delle cose.
E' il tempo che rende la vista dell'uomo relativa, limitata.
Si può essere benissimo morti dentro, avere il corpo vivo e il senso della vita morto.
Superare la soglia del tempo, significa anche, superare la propria relatività, diventando simili a Dei.
Rappresenta il dono della libertà dell'uomo, tanto agognata eppure intimamente rifiutata dalla maggior parte degli uomini.
La libertà infatti, include la responsabilità delle nostre scelte.
Responsabilità significa fatica.
Libertà non significa liberismo, non significa vivere nei propri desideri egoici, semmai, superarli nei bisogni e nell'interesse di tutti.
L'uomo libero è l'uomo vittorioso, deificato.
E' l'uomo che ha superato i limiti della materia e quindi del tempo, diventando un Essere cosmico, un Essere Unito a Dio.
Se non si ha consapevolezza di ciò che si sta facendo non si costruisce nulla.
La consapevolezza è il centro occulto dell'uomo divinizzato.
La Zain è quindi una delle forme proprie della condizione divina, che è libera dalle limitazioni temporali umane.
Rappresenta la Maestria ed il trionfo.
La stessa Maestria di cui ci parlano da tempo i Maestri di Shamballah o per esempio Kryon, attraverso la voce di Lee Caroll.
Impadronirsi di questa funzione significa far durare le cose nel tempo, farle tendere all'immortalità, come alcuni reperti storici, le Piramidi per esempio o come alcuni uomini passati alla storia per le loro gesta immortali.
L'uomo attraverso la Zain ha il segreto della resurrezione dei morti e la chiave dell'immortalità.
La Zain è il fuoco che dà vita a tutti gli Esseri animati ed è diretto dal volere degli uomini puri.
La forma della lettera Zain ricorda un pugnale come ad indicare che l'uomo ottiene la vita, attraverso una lotta quotidiana.
L'uomo che concepisce la Zain in se stesso, è in grado di tendere la mano verso i propri simili e far placare in loro ogni sofferenza.
Rappresenta il mondo dei pensieri creativi al di fuori della dimensione temporale.
La Zain esprime, l'arma, la spada fiammeggiante del cherubino, il settenario sacro, la regalità, il progresso e l'armonia, il libero pensatore, la ricerca indipendente della verità, colui che possiede la conoscenza dei segreti della vita e della morte.
Un mito che rappresenta questo Archetipo è la storia di Pegaso: prese vita dal sangue di Medusa , quando Perseo le tagliò la testa.
Pegaso,il cavallo bianco alato, capace di far scaturire dal terreno una Fonte perenne: tutto ciò che Pegaso toccava, diventava eterno.

Pincherle nella sua opera sugli Archetipi ci parla dello Zed,da lui scoperta, un monumento antico, avvolto nella leggenda: esso è chiuso e protetto entro la piramide di Cheope.
La Piramide di Cheope è la settima meraviglia del mondo.
Nella torre Zed, ci racconta il Prof Pincherle, accade un fenomeno strano: il tempo si rovescia nell'anti-tempo.
Se l'uomo s'impadronisce dell'anti-tempo prima di maturare spiritualmente la sua cattiveria diventa eterna in quanto, aggiungendo al tempo, l'anti-tempo, il flusso temporale si ferma.
Lo Zed fu per questo nascosto dagli Antichi ed attende che l'uomo sia pronto e maturo, per poter accedere a questo fenomeno, senza venirne distrutto.
Questo Archetipo rappresenta la sospensione al di là del tempo, quindi,quando ogni cosa è compiuta.
Possiamo quindi anche rappresentarla come funzione frenante, essendo in ultima analisi, la compiutezza di un evento, anche la fine dello stesso.
La Zain rappresenta la vittoria sul tempo, il dono dell'eternità, quindi.
La lettera che rappresentava anticamente questo Archetipo era la lettera Z, oggi occupata dalla G.
Nel latino antico infatti, il suono della lettera Z, si trasformò in R e per questo il simbolo venne rimosso dall'alfabeto .
Al suo posto (al settimo posto), venne inserita la lettera G ( che in realtà, come detto, rappresentava anticamente il terzo Archetipo).
La figura geometrica che ci parla di questo Archetipo è formata dall'unione del quadrato( simbolo della materia, della Terra) con il triangolo ( simbolo del Cielo, dello Spirito), sia sovrapponendo il primo al secondo, sia iscrivendo il triangolo all'interno del secondo.
Questa disposizione geometrica la troviamo spesso nei grandi complessi architettonici e possiede un enorme significato mandalico, che ci riporta all'unione del terzo e del quarto Archetipo.

Il numero che rappresenta questo Archetipo è il sette.
Il settenario rappresenta una delle funzioni matrice più utilizzate in ogni campo ed è considerato sacro in qualsiasi cultura poichè si compone del ternario e del quaternario.

E' l'ordine formato da sette elementi espressi mirabilmente dalle sette direzioni dello spazio: due contrarie per ogni direzione con l'aggiunta del centro.
Rappresenta il numero del Cielo ( tre) sommato al numero della Terra ( quattro): è per questo che è il numero sommativo del Cielo e della Terra.

La costellazione delle Pleiadi,che erano nel mito le figlie di Atlantide, rappresenta il settenario: sei erano presenti mentre una era occulta.
Le Pleiadi richiamano un'altra figura geometrica gìà trattata nel sesto Archetipo: la stella di David: questa figura con al centro un punto, non manifesto, rappresenta il Settenario.

Il punto occulto, come la settima stella delle Pleiadi, rappresenta la coscienza occulta all'uomo , fintanto che non la rivela a se stesso, diventando un uomo completo.

Se la Stella di David rappresentava il senario, è però con il settenario che raggiunge il suo apice simbolico.
Se i due triangoli intersecati rappresentano l'unione feconda di due antagonisti coniugati è aggiungendo il settimo termine che si rappresenta il ritorno all'Unità e non soltanto, il risultato prodotto.
Per la scienza ebraica il numero 6 è il giorno della creazione ed è il simbolo del lavoro e dell’ambiente cioè è il simbolo del grande cubo.
Il 7 invece, è il centro intoccabile di tale struttura, cioè è il centro del cubo, perché dalla Shabbat scaturisce la benedizione delle attività creative.
Il centro del cubo dell’uomo è la coscienza, da cui parte la benedizione di tutte le proprie attività.
Questo fulcro interiore che è il luogo del riposo di ciascuno di noi, rappresenta il nostro centro profondo.
Il ritorno al centro di cui parla anche l'Oriente rappresebta quel ritorno che è sede delle nostre profondità, del nostro silenzio, quel silenzio da dove scaturiscono tutte le nostre energie.

Le vibrazioni prodotte dal numero sette le troviamo ripetute in mille manifestazioni mitologiche, folcloristiche, religiose, artistiche che ne denunciano l'importanza simbolica, praticamente in ogni cultura nel mondo ed in ogni tempo.
Ci sono sette toni nella scala tonale, sette, colori nello spettro solare, sette vizi ed altrettante virtù, sette i giorni della settimana, sette meraviglie del mondo, sette sono i chakra fondamentali nel corpo umano.
Sette erano le Esperidi, sette erano i nani di Biancaneve, sette gli Spiriti dell'esoterismo indù, uno per ogni piano umano ( sensazione, emotività, intuizione, spiritualità, volontà, scienza infusa, divinità).

Nella scienza esoterica, l'uomo è composto da sette sfere che corrispondono a quelle celesti:
1) Il Sole ossia l'Angelo della Luce: Michele
2) La Luna , l' Angelo delle aspirazioni e dei sogni: Gabriele
3) Mercurio, l' Angelo della civiltà : Raffaele
4) Venere l' Angelo dell'amore : Anaele
5) Marte, l' Angelo sterminatore: Samaele
6) Giove l' Angelo dominatore: Zaccariele
7) Saturno l 'Angelo della sollecitudine: Orifiele.

Il numero sette, diceva Ippocrate, per le sue virtù occulte, tende a realizzare tutte le cose.
E' il dispensatore della vita e la fonte di tutti i cambiamenti. Come la luna cambia fase ogni sette giorni così questo numero influisce su tutti gli esseri sublimi.
Il settenario fu considerato simbolo di santità dai Pitagorici.
I Greci usavano chiamare il numero sette “venerabile”.
Platone lo chiamò Anima del Mondo mentre Cicerone lo definì “rerum omnium nodus”.
In Tibet abbiamo i sette emblemi del Buddha.
A Mocha in Perù sette sono le gradinate della piramide del Sole.
Apollo, il Dio del Sole, nacque nel settimo giorno del mese, i cigni nuotarono sette volte attorno all'isola in cui vide la luce cantando l'evento della sua nascita e la lira che egli suonava aveva sette corde.
Nell'Islam il numero sette gode di un grande prestigio: ci sono sette cieli, sette terre e sette mari.
Si fanno sette giri attorno al tempio della Mecca, ci sono sette giorni nefasti, l'uomo è formato da sette elementi.

In Mesopotamia la Ziggurat è il tempio piramidale, a gradini in cui si effettuava la “hierogamia”, ossia lo sposalizio sacro tra Cielo e Terra.
La Ziggurat ha sette gradini che corrispondono ai sette Pianeti e rappresentava l'ascensione.
L'iniziato, attraverso il significato mandalico di questa costruzione spirituale, veniva accompagnato nel suo processo di ascensione.
La Ziggurat di Babilonia, si chiamava “Etermananki” che significa “ casa delle sette direzioni del Cielo e della Terra”.
Nell'ermetismo con il settenario si ha il trionfo dell'iniziato che ha imparato a giocare con il grande agente magico.
Con il settenario, l'iniziato dà prosperità agli uomini ed alle nazioni, le sostiene con i suoi insegnamenti, si libra come un'aquila , dirige le correnti del fuoco astrale.
Tutte le porte del santuario gli sono aperte e tutte le Anime che aspirano alla Verità gli prestano la propria fiducia.
E' bello di grandezza morale e porta ovunque con sé il suo splendore.
Il settenario rappresenta quindi nell'ermetismo, la “fissazione” del Mercurio dei Saggi di Ermete, quando inserendo la sua verga fra i due serpenti in lotta per divorarsi, provocò la formazione del caduceo.
Ricordiamo che il caduceo è il simbolo che rappresenta la scienza medica.
Nella scienza alchemica il settenario è rappresentato dall'antimonio, una sostanza che annulla tutti i veleni ed ha proprietà simili a quelle della Pietra filosofale.
Questa sostanza fu chiamata dagli alchimisti in svariati modi : Pietra del Fuoco o Grande Arcano, Acqua Celeste, Anima intellettuale, il Lupo grigio dei Filosofi, in grado di liberare l'essere umano dalle scorie materiali , innalzandolo spiritualmente.
Il simbolo dell'antimonio nel seicento era il quadrato sormontato dal triangolo.
Il settimo Sephirah è NETSAH, che significa trionfo, vittoria, fermezza, è il principio coordinatore che governa il mondo, dirige il movimento e presiede tutto il progresso.
E' il Grande Architetto dell'Universo e rappresenta lo Spirito del Corpo.
Tra gli oggetti più sacri della religione ebraica vi è senza dubbio il candelabro a sette braccia, detto Menorah.
Esso simboleggia la cristallizzazione di un ordine celeste.
Rappresenta la scintilla divina, la luce della potenza di Dio che illumina il mondo e il Creato: manifestazione che è presente in ciascun essere umano, secondo la Cabala, e che rende l'uomo un essere potenzialmente divino.

Passiamo ora al libro di Ermete : i Tarocchi.
La settima Lama si chiama Il Carro.
Rappresenta un giovane, armato di scettro e protetto da una corazza che incarna i principi superiori della personalità umana.
Rappresenta l' Anima intellettuale ( l'antimonio degli alchimisti).
Il globo alato degli egiziani, decoro della parte frontale, comunica la sublimazione della materia ed il suo movimento.
Il carro è trainato da due sfingi, una nera ed una bianca: in realtà sono un unico animale, un anfisbena.
L'anfisbena simboleggia due poteri antagonisti, che si devono dominare per poter avanzare trionfanti nella vita, senza cadere negli eccessi e nella rovina dell'uno o dell'altro.
Una creatura capace di camminare in entrambi i sensi si arresterebbe se non fosse guidata dal trionfatore.
Il trionfatore è colui che sa domare i suoi istinti attraverso lo scettro della sua saggezza.
La sfinge bianca simboleggia la buona volontà costruttiva che aspira al bene collettivo, realizzato pacificamente e senza scosse.
La sfinge nera invece, freme d'impazienza e tira verso il lato opposto : i suoi effetti però riescono unicamente a stimolare la sfinge bianca, a tirare più forte dalla sua parte.
A differenza dell'Imperatore, il quarto Archetipo, che siede immobile nel suo cubo d'oro, il giovane trionfatore del settimo Archetipo, percorre il mondo su di un veicolo la cui forma rimane comunque cubica.
Ricordiamo che il cubo d'oro simboleggia la trasformazione alchemica compiuta grazie alla pietra filosofale chiamata anche, pietra dei saggi.
La forma cubica, come già spiegato nel quarto Archetipo, rappresenta sempre una realizzazione corporea.
Qui, in questo Archetipo, lo Spirito può manifestarsi dinamicamente.
Il Trionfatore dirige il suo carro e guarda dritto davanti a sé, senza perdersi tra le nuvole di un misticismo sterile.
Sopra il suo capo brilla l'emblema del Sole.
Il Trionfatore persegue un ideale di perfezionamento morale che applica allo Spirito, all'Anima ed al proprio corpo.
Egli concilia le opinioni opposte, induce gli avversari a comprendersi, pone fine alle discordie intellettuali, generando sentimenti di fratellanza e benevolenza.
Impone l'equità anche negli atti più trascurabili.
Cosa vuole dirci questa Lama?
Impariamo a dirigere bene il nostro tiro a due ed a restare padroni di tutte le energie destinate ad obbedirci.
Mostriamoci simili a Dio nel campo del nostro microcosmo: esercitiamo in piccolo la nostra divinità, coordiniamo il nostro caos, perchè regni in noi un'armonia perfetta.
Noi ci divinizziamo e diventiamo eterni agendo divinamente.
A differenza dell'Imperatore, il quarto Archetipo, che siede immobile nel suo cubo d'oro, il giovane trionfatore del settimo Archetipo, percorre il mondo su di un veicolo la cui forma rimane comunque cubica.
La Runa che rappresenta questo Archetipo prende il nome di Gifu o Gebo.
Simboleggia il dono sotto tutti i punti di vista, ma nella lettura sciamanica ha un significato più intenso, in quanto simboleggia il dono del tempo.
Raffigura l'unione tra donatore e ricevente.
Rappresentava anticamente i doni degli Dei, che venivano ringraziati da offerte, in un perfetto equilibrio di “dare ed avere “.
L'atto del donare e del condividere , per ogni uomo degno di rispetto, equivaleva ad onore, felicità, lode, prestigio sociale e sostegno.
Rappresenta l'estasi fisica e mistica, il completamento di uno scambio tra Cielo e Terra, di cui l'uomo è l'asse.
E' una croce simbolo del sacrificio dell'uomo, che dona la propria vita per un bene più elevato ed in cambio, diventa simile ad un Dio.

Osho infine, ci parla della consapevolezza dell'eternità della vita in questo modo:
La consapevolezza dell'eterna primavera dell'Essere: ti guardi alle spalle e per quanto lontano possa arrivare il tuo sguardo, vedi che è sempre esistita.
Guardi davanti a te e per quanto lontano possa arrivare il tuo sguardo,resti sorpreso: è il tuo stesso Essere.
Ovunque ti trovi, sarà con te ed i fiori continueranno a piovere su di te
”.


Tratto dal sito : http://shamballah.altervista.org/index.html

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