martedì 11 settembre 2012

Il segreto degli esseri luminosi

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Quando arrivammo vicino alla roccia sporgente, eravate pieno di potere e vedeste Genaro là dove, per motivi simili, si trovarono in passato altri stregoni.
 Genaro venne verso di voi dopo essere saltato giù dalla roccia. Egli stesso era tutto potere. Se aveste continuato a fare come prima , vicino al canale d’irrigazione, l’avreste visto come realmente è: un essere luminoso. Invece vi siete spaventato, specialmente quando Genaro vi ha fatto saltare. Di per sé, il salto sarebbe stato sufficiente a trasportarvi di là dai vostri limiti. Ma non ne aveste la forza, e ricadeste nel mondo della vostra ragione. Allora, ovviamente, vi trovaste in combattimento mortale con voi stesso. Qualcosa in voi, la vostra volontà, voleva andare con Genaro, mentre la vostra ragione  gli si opponeva.  Se non vi avessi aiutato sareste ora morto e seppellito in quel luogo di potere. E, anche con il mio aiuto, per un momento è stato dubbio che riusciste a cavarvela.”
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto. Aspettavo che fosse lui a parlare. Alla fine chiesi “ Don Genaro mi fece saltare sulla roccia sporgente?”

“Non prendete quel salto nel senso in cui intendete di solito un salto” disse “ Una volta di più, è solo un modo di esprimersi. Finchè continuerete a pensare di essere un corpo consistente, non riuscirete a capire quello che vi sto dicendo.”

Poi sparse a terra un po’ di cenere, in modo da coprire una superficie di circa due piedi quadrati, e disegnò con le dita un diagramma; un diagramma con otto punti collegati da linee. Formavano una figura geometrica.

 […]
Il diagramma tracciato sulla cenere aveva due epicentri; uno lo chiamò ragione, l’altro volontà. La ragione era direttamente collegata ad un punto che egli chiamò parlare. Mediante il parlare, la ragione era indirettamente collegata a tre altri punti, sentire, sognare e vedere. L’altro epicentro, volontà, era collegato direttamente a sentire, sognare e vedere, e solo indirettamente a ragione e parlare.
[…]
 “Questi punti rappresentano un essere umano e si possono disegnare in tutti i modi che volete.”
“Rappresentano il corpo di un essere umano?” gli chiesi.
“Non chiamatelo corpo” disse “ sono otto punti delle fibre di un essere luminoso. Uno stregone dice, come vedete nel diagramma, che un essere umano è prima di tutto volontà,  perché la volontà è direttamente collegata ai tre punti sentire, sognare, vedere; poi un essere umano è ragione. Questo centro è più debole di volontà; è collegato soltanto a parlare”.
“Cosa sono gli altri due punti, don Juan?”
Mi guardò sorridendo.
“Siete un po’ più forte di quanto eravate quando parlammo per la prima volta di questo diagramma” disse “Ma non siete ancora abbastanza forte per conoscere tutti gli otto punti. Un giorno Genaro vi mostrerà gli altri due.”
 “ Tutti hanno questi otto punti, o solo gli stregoni?”
“ Si può dire che ognuno di noi nasca con gli otto punti. Due, la ragione e il parlare, li conoscono tutti. Sentire è sempre vago, ma in qualche modo familiare. Però, solo nel mondo degli stregoni si conoscono pienamente il sognare, il vedere e la volontà. E alla fine, all’orlo esterno di quel mondo, si incontrano gli altri due. Gli otto punti formano la totalità dell’io.”
Mi fece vedere sul diagramma che tutti i punti potevano essere collegati indirettamente gli uni agli altri.
Tornai a chiedergli dei due punti misteriosi. Mi fece vedere che erano collegati soltanto con volontà e si trovavano lontani da sentire, sognare e vedere,e ancora più lontani da parlare e ragione. Indicò con il dito che erano isolati dagli altri e isolati fra loro.
“Questi due punti non si arrenderanno mai al parlare o alla ragione” egli disse “Solo la volontà può toccarli. La ragione è così lontana da loro che sarebbe assolutamente inutile cercare di immaginarseli. Questa è una delle cose più difficili; dopotutto, per la ragione, ragionare su ogni cosa è il suo forte.”
Gli chiesi se gli otto punti corrispondevano a certe zone od organi in un essere umano.
“Sì” rispose secco, e cancellò il diagramma.
Mi toccò la testa e disse che quello era il centro della ragione e del parlare. La punta dello sterno era il centro del sentire. La regione sotto l’ombelico era volontà. Vedere sul fianco sinistro. Don Juan disse che talvolta, in alcuni guerrieri, vedere e sognare si trovavano ambedue sulla destra.
“Dove sono gli altri due punti?” chiesi.
Mi gettò una risposta oscena e scoppiò a ridere.
“Come siete furbo!” aggiunse “ Credete che io sia un vecchio caprone addormentato, eh?”
Gli spiegai che ero stato trascinato dalle domande stesse, una dopo l’altra.
“Non cercate di affrettare i tempi” egli disse “ Lo saprete al momento giusto, e allora lo saprete da solo.”
   
"L'ISOLA DEL TONAL", Carlos Castaneda

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